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Stoccolma, 10.3.1958
Bergsundsstrand 23
Caro amico Paul Celan,
oggi un cordiale saluto da neve e ghiaccio e in occasione della presenza qui di Hermann Kasack, poiché il Suo nome è rimbalzato ancora una volta tra noi in un contesto così alto.
Sono sempre felice di saperla presente e di sapere che la Sua opera traccia cerchi via via più ampi intorno a sé. Segue qui per Lei un minuto alle prime luci dell’alba:
Perché mai questa tristezza?
Questo completo defluire del mondo?
Perché nei tuoi occhi
gocce di luce di cui si compone il morire?
Sommessamente scivoliamo giù per questa ripida roccia dell’orrore
essa ci guarda con le morti pregne di stelle
con queste placente irrigidite nella polvere
nelle quali fluiva il canto degli uccelli
mentre il labbro seppelliva il vino del linguaggio.
O raggio che ci hai risvegliati:
come hai potuto prendere tra le tue braccia
che sempre più abbuiano ogni patria
il nostro farci-stanchi
per poi lasciarci soli nella notte –*
Adieu
Sua Nelly Sachs
da “Paul Celan, Nelly Sachs, Corrispondenza”, Giuntina, 2018
A cura di Barbara Wiedemann. Edizione italiana a cura di Anna Ruchat.
∗∗∗
Warum diese Traurigkeit?
Inedito
Lettera n. 8
* Warum diese Traurigkeit? / Dieses Welt-zu-Endefließen? / Warum in deinen Augen / das perlende Licht daraus Sterben sich zusammensetzt? // Leise gleißen wir diesen steilen Felsen des Entsetzens hinab // der blickt uns an mit sternbesetzten Toden / diesen stauberstarrten Nachgeburten / darin das Lied der Vögel verrann / die Lippe den Wein der Sprache einsargte. // O Strahl der uns geweckt: / wie nahmst Du unser Müde-werden / in deine immer mehr Heimat dunkelnden Arme / und ließest dann allein uns in der Nacht.
Nelly Sachs
da “Briefwechsel”, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 1993





