«Tu che non sai e splendi di tanta poesia» – Cesare Pavese

 

Tu che non sai e splendi di tanta poesia
o donna che fiorisci sopra la mia agonia,
fa ch’io risorga un giorno.
O tu che sei passata nel crepuscolo immondo
di tutti noi e sorgi come l’alba d’un mondo
fa ch’io risorga un giorno.

Cesare Pavese

[aprile 1928]

da “Prima di «Lavorare stanca» 1923-1930”, in “Cesare Pavese, Le poesie”, Einaudi, Torino, 1998

Si è fatta notte – Ghiannis Ritsos

Ghiannis Ritsos

 

La festa di stasera rimandata.
E non sapevamo affatto
cosa avrebbero pianto o festeggiato.
A un tratto le luci si accesero e si spensero.
Dalla finestra vedemmo i musicanti;
attraversarono il viale in silenzio
con in spalla
enormi strumenti di rame.
Rimani qui, dunque,
fuma la sigaretta
in questa grande quiete,
in questo miracolo-niente.
Le statue sordomute.
Anche le poesie sordomute. Si è fatta notte.

Ghiannis Ritsos

                                                  Atene, I.I.1988

(Traduzione di Nicola Crocetti)

da “Molto tardi nella notte”, 1988, in “Molto tardi nella notte”, Crocetti Editore, 2020

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Νύχτωσε

Κι ἡ ἀποῲινή γιορτή ἀναβλήθηϰε.
Κι οὔτε πού ξέραμε ϰαθόλου
τί Θά πενθοῦσαν, τί θά γιόρταζαν.
Μεμιᾶς ἀνάψανε τά φῶτα ϰι ἔσβησαν.
Ἀπ’ τό παράθυρο εἴδαμε τούς μουσιϰούς·
πέρασαν ἄφωνοι τή λεωφόρο
ἔχοντας στούς ὤμους τους
τεράστια χάλϰινα ὄργανα.
Μεῖνε, λοιπόν, ἐδῶ,
ϰάπνισε τό τσιγάρο σου
μέσα σ’ αὐτή τή μεγάλη ἡσυχία,
μέσα σ’ αὐτό τό θαῦμα-τίποτα.
Κωφάλαλα τ’ ἀγάλματα.
Κωφάλαλα ϰαί τά ποιήματα. Νύχτωσε.

Γιάννης Ρίτσος

Ἀθήνα, I.I.1988

da “Ἀργά, πολύ ἀργά μέσα στή νύχταΤο γυμνό”, 1987, in “Ἀργά, πολύ ἀργά μέσα στή νύχτα”, Κέδρος, 1991

After such pleasures – Julio Cortázar

Ulf Andersen, Julio Cortazar

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa notte, cercando la tua bocca in un’altra bocca,
quasi credendoci, perché così da cieco è questo fiume
che mi tira alle donne e mi sommerge fra le sue palpebre,
che tristezza nuotare infine verso la sponda del sopore
sapendo che il sopore è questo ignobile schiavo
che accetta le false monete, e le fa circolare sorridendo.

Dimenticata purezza, come vorrei riscattare
questo dolore di Buenos Aires, questa
attesa senza pause né speranza.
Solo nella mia casa aperta sopra il porto
un’altra volta ancora cominciare ad amarti,
un’altra volta ancora trovarti al caffè della mattina
senza che tante cose irrinunciabili
siano state.
E non dovermi accontentare di questa dimenticanza
che sale per niente, per cancellare dalla lavagna i tuoi pupazzetti
e non lasciarmi che una finestra destellata.

Julio Cortázar

(Traduzione di Gianni Toti)

da “Le ragioni della collera”, Edizioni Fahrenheit 451, 1995

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After such pleasures

Esta noche, buscando tu boca en otra boca,
casi creyéndolo, porque así de ciego es este río
que me tira en mujer y me sumerge entre sus párpados,
qué tristeza nadar al fin hacia la orilla del sopor
sabiendo que el placer es ese esclavo innoble
que acepta las monedas falsas, las circula sonriendo.

Olvidada pureza, cómo quisiera rescatar
ese dolor de Buenos Aires, esa espera sin pausas ni esperanza.
Solo en mi casa abierta sobre el puerto
otra vez empezar a quererte,
otra vez encontrarte en el café de la mañana
sin que tanta cosa irrenunciable
hubiera sucedido.
Y no tener que acordarme de este olvido que sube
para nada, para borrar del pizarrón tus muñequitos
y no dejarme más que una ventana sin estrellas.

Julio Cortázar

da “Salvo el crepúsculo”, Buenos Aires, Ed. Alfaguara, 1984

Conosco appena le mani – Vittorio Bodini

Herbert List, Liguria, 1936

 

Conosco appena le mani,
le scarpe che metto ai piedi.
Conosco il giorno e la notte
e i terrori del vento.
Ma gli anni? Dove son gli anni,
e tutti i libri che ho letto?
I volti amati si sfrondano
delle loro vicende,
non restano che i nomi.
Tutto nella memoria
cade a pezzi, sprofonda
senza rumore
nelle botole dei morti.
Ah, dove sono le acute presenze
del passato, le sue calde forme,
la cera su cui incidevano
i miei sentimenti?
Dove si nasconde il senso
delle cose che ho vissuto,
e i brividi lucenti
e i cieli dell’avventura?

Vittorio Bodini

da “Metamor”, Scheiwiller, 1967

Epilogo – Ghiannis Ritsos

Ghiannis Ritsos

 

Vita – una ferita nell’inesistenza.

Ghiannis Ritsos

(Traduzione di Nicola Crocetti)

(1968; da Pietre Ripetizioni Sbarre,1972: Pietre)

da “Pietre Ripetizioni Sbarre”, Crocetti Editore, 2020

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Ἐπίλογος

Ζωή, – ἕνα τραῦμα στήν ἀνυπαρξία.

Γιάννης Ρίτσος

1968

da “Πέτρες Ἐπαναλήψεις Κιγκλίδρωμα”, 1972: ‘Πέτρες’