
I bambini hanno in mano niente altro che piccoli ritratti domestici: messi a terra, segnano spazi
di oracoli muti.
– Tutto il buono che ho ricevuto è dentro di me.
È il seme, incancellabile –
Un siffatto pensiero traversa la mente di tutti. È almeno
questa la sensazione che ciascuno ricava dallo sguardo
dell’altro. E un attimo dopo, si chinano e scavano buche
nella neve e ancora sotto, nella terra umida e grigia:
dove ognuno deposita con cura, dopo averla carezzata,
l’immagine di sé.
In breve, è ricomposta anche la neve e chiusa
la contemplazione dei precedenti.
Essi conservano in tasca un grano di selce. Più nulla,
nessuna condizione.
Anche il bianco ora è più compatto, come il moto delle
teste rialzate…
Eugenio De Signoribus
da “Cruna filiale”, in “Trinità dell’esodo”, Garzanti, 2011

I bambini hanno il pensiero del tempo
presente, passato, futuro, dimenticato.
Sanno che solo Etici Maestri portano la Pace
disperdendo per sempre la “governance” della guerra.
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