
Eugène Boudin, Nuages blancs, ciel blu, Honfleur, vers 1859
Il cielo di pecorelle
digrada verso occidente
frangiventi lungo il cammino
come mangiatoie
socchiudo gli occhi
e creano una linea nera
cose simili sono ovunque
nel bosco e nei campi
legno grigio
vecchi recinti strani
– perché sono qui?
la neve non rimane molto tempo
sulla micotica foglia incollata
cammino
per il bosco che marcisce
l’inverno si affievolisce
fa gelo solo di mattina
sul campo
è appeso il punto nero della fame del gheppio
è sera
il sole enorme basso tra gli alberi
osservo il latte raccogliersi sulla terra arata
– le zolle si rivestono di un esile velo
da qualche parte in quell’argilla
si accoccola una pelliccia calda
un topolino caldo
sente la morte alta su di sé
e io penso
a quanta bellezza l’essere umano sia in grado di sopportare
Marek Šindelka
(Traduzione di Antonio Parente)
dalla rivista “Poesia”, Anno XXIV, Aprile 2011, N. 259, Crocetti Editore