Lascio la camera com’era quando era nei tuoi occhi,
incontrarti è il sapore che trattengo nel sorso di caffè.
Tra il piacere e quel che resta del piacere
il mio corpo sta come un posto dove si piange
perché non c’è nessuno.
Un giorno settembre era limpido e ventoso
il silenzio ammutoliva, la terra tornava al cielo.
Pierluigi Cappello
da “Mandate a dire all’imperatore”, Crocetti Editore, 2010
L’ha ripubblicato su I lacci che legano.
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