«O datemi qualcuno che mi ascolti» – Patrizia Valduga

Foto di Katia Chausheva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

O datemi qualcuno che mi ascolti,
ché di parole straripo.. qualcuno
che mi prenda per mano e dei sepolti
dei fatti polvere e niente al raduno
mi porti… di occhi ho paura… di volti…
Non mi restava ormai niente e nessuno,
e come sanguinando intorno intorno
pesantemente in me cadeva il giorno.

Patrizia Valduga

da “Medicamenta e altri medicamenta”, Einaudi, Torino, 1989

 

(…di congiunzioni… – Patrizia Valduga

Foto di Katia Chausheva

 

 

 

 

 

 

 

 

(…di congiunzioni, copule, d’amplessi
non è questione qui,) Ahimè, (lenti o lesti,
né di possessi, d’interessi annessi,
comunioni o coesioni: son pretesti
dissennati e funesti in uso ai sessi…)
Farò il viso dei che? a me? questi
sermoni? e il cuore? e gli ingressi ed egressi
d’anima al cuore? (… scavare dovresti
miti e parole…) Che mi fa un’alleanza
a distanza o il volersi invano a oltranza?
Mi porta oltre modo oltre segno e sede
sempre al dippiù, al mio non abbastanza…
Dammi l’inutile, quel che ti avanza,
dammi quel che nessuno mai ti chiede.

Patrizia Valduga

da “Medicamenta”, Guanda, 1982

Il cuore sanguina… – Patrizia Valduga

Foto di Florence Henri

XV.

Il cuore sanguina, si perde il cuore
goccia a goccia, si piange interiormente,
goccia a goccia, cosí, senza rumore,
e lentamente, tanto lentamente,
si perde goccia a goccia tutto il cuore
e il pianto resta qui, dentro la mente,
non si piange dagli occhi, il pianto vero
è invisibile, qui, dentro il pensiero.

Patrizia Valduga

da “Requiem”, Einaudi, Torino, 2002