Identità – Luigi H. Perfetti

Benedetta Barzini by Gale Frank Adise

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un giorno ti ho vista, Benedetta,
tra i margini del mondo, dove
il reale si sgretola in polvere.
Il tuo volto era un varco,
un’ombra tagliata dalla luce,
un segno che nessuno legge.
Parli col silenzio delle cose,
con l’eco di ciò che non è mai stato.
Non è la bellezza che resta,
ma il peso dell’assenza,
il vuoto che riempie gli occhi,
il tempo sospeso tra due sponde.
Chi ti cerca si perde,
chi ti vede si riflette.
Sei il confine tra l’oggi e il nulla,
la voce del vento che non risponde.

Luigi H. Perfetti

«Abitare dall’interno un arcangelo» – Luigi H. Perfetti

Foto di Luigi H. Perfetti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Abitare dall’interno un arcangelo
significa non sapere, ma immaginare
epoche umane che a spirale riverberano
i dettagli di tempi, circostanze, nomi e regni
in un unico sentimento di solenne custodia.
Prendi una pesca e la tagli a pezzetti
su un piatto bianco. È quasi l’alba.
In Attica una giovane donna fugge nel bosco.
Il batacchio di una campana
batte sulla lastra di un metallo sconosciuto.
Un sacerdote copto si addormenta
e sogna di nuotare nel fiume della gratuità.
Abitare dall’interno un arcangelo
significa distogliere ogni idea
di misura personale e disarmare
qualsiasi contendente,
sia contro o a favore
per quelli che crediamo errori.

Luigi H. Perfetti

«Io vengo da un passato irremoto» – Luigi H. Perfetti

George Stephenson e la moglie Francesca Henderson, 1802 (illustrazione vittoriana)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io vengo da un passato irremoto
e cresco sul monte che scalo.

Tu stella innevata e cogente
che fissi i percorsi a te stessa
ti specchi nell’antico adiacente
soffrendo ingiustizia riflessa.

Ci vuole pazienza e un cavallo
per dare al paesaggio il suo mallo.

Luigi H. Perfetti

2024

Lo smeraldo – Luigi H. Perfetti

Foto di Luigi H. Perfetti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non mi importa
che la strada sia lunga
o se faccia freddo,
buio di ferite,
o silenzio pieno di vergogna.
Voglio vederti
ancora vicino al duomo,
ascoltarti mentre sto
per addormentarmi.
E non solo dentro di me.

Non mi importa
che la strada sia lunga
se la tua voce ritorna.
Se di nuovo
quella meraviglia
nella stretta mia
dei fianchi tuoi
odo vibrare
come anemone di mare
al passaggio repentino
di un pesce.

Non mi importa
esser vissuto
nel disonore
o nel vizio.
Nessuno ora vede
quanta gioia e quanta luce
ho trattenuto
per il più caro
e incomparabile,
questo smeraldo.

Che la strada sia lunga
e alla fine tu sia lì.
Come nel principio.