
I
Accenderemo una morte
dai monti d’ossa
che vi farà meraviglia
rendendovi alla pellegrinante sopravvivenza
pattuglie di cifre nei libri dei morti
delle celate esecuzioni
i trapanati portatori di mistero
pungono con forza di semi
tenace dal grumo alla fine
si alza uno stelo
vivificando la magra terra
II
La conoscenza velenosa nel disponibile
il battito salvato del polso
sono già provate le nevrosi
non sono più nidi nella persona
nell’uccisione dell’amore cadere
sull’abito nuziale di bestie brucianti
nella loro schiera d’angoscia ascoltare
il gioioso bisbiglio degli occhi
vivere nel solco ignoto
III
Chi è solo dice un altro mondo
la sua nobiltà diventa inerme
brama, Isacco, nel germe le lingue di giubilo più alto
per spronare oltre il padre la vittima
la tragedia mi ha circonciso
l’umanismo monocolo mi ha pestato.
Guardiano sono della mutilazione
chi dice un altro mondo
giace imbavagliato nell’infanzia
crociate covano sotto le braci.
Christine Koschel
(Traduzione di Elémire Zolla)
da “L’urgenza della luce”, Casa Editrice Le Lettere, 2004
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Wer eine andere welt sagt
I
wir werden einen Tod entzünden
aus den Knochenbergen
der euch Wunder gibt
macht euch an das reisige überleben
Zahlenstaffeln in den Totenbüchern
der verschleierten Exekutionen
die durchbohrten Geheimnisträger
stechen mit Samenkraft
zäh aus der Krume am Ende
steigt ein Halm
das magere Erdreich erquickend
II
die giftig Besinnung im Allerlei
der gerettete Pulsschlag
geprüft sind die Neurosen
keine Nester mehr im Selbst
in die Tötung der Liebe fallen
auf das Hochzeitskleid brennender Tiere
in ihrer Angstschar horchen
unter der Flüsterlust ihrer Augen
in unbekannter Furche leben
III
wer einsam ist sagt eine andere Welt
sein Adel wird schutzlos
lechze Isaac im Keime die Jubelzungen höher
über den Vater hinaus das Opfer zu spornen
die Tragödie hat mich beschnitten
der Humanismus einäugig zerstampft
Wächter bin ich der Lähmung
wer eine andere Welt sagt
liegt in der Kindheit geknebelt
Kreuzzüge schwelen.
Christine Koschel
da “Phdhlfuga. Gedichte und Prosagedichte”, Piper Verlag, München, 1966

