«Dolcissimo è rimanere» – Patrizia Cavalli

Pierre Houcmant, Anne-Véronique

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dolcissimo è rimanere
e guardare nella immobilità
sovrana la bellezza di una parete
dove il filo della luce e la lampada
esistono da sempre
a garantire la loro permanenza.

Montagna di luce ventaglio,
paesaggi paesaggi! come potrò
sciogliere i miei piedi, come
discendere – regina delle rupi
e degli abissi – al passo involontario,
alla mano che apre una porta, alla voce
che chiede dove andrò a mangiare?

Patrizia Cavalli

da “Le mie poesie non cambieranno il mondo”, in “Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992)”, Einaudi, Torino, 1992

«Fingo di aspettarti» – Patrizia Cavalli

Luigi H. Perfetti, Perimene, 2023

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fingo di aspettarti per ingrandire i minuti.
E fai bene a non venire.

Patrizia Cavalli

da “Il cielo”, in “Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992)”, Einaudi, Torino, 1992

«Adesso che il tempo sembra tutto mio» – Patrizia Cavalli

Foto di Ed van der elsken

 

Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è piú ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.

Patrizia Cavalli

da “Il cielo”, in “Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992)”, Einaudi, Torino, 1992

«Addosso al viso mi cadono le notti» – Patrizia Cavalli

Galina Kurlat, Inherent Traits, 2011

 

Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall’alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia.

Patrizia Cavalli

da “Il cielo”, in “Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992)”, Einaudi, Torino, 1992

«Dolcissimo è rimanere» – Patrizia Cavalli

Pierre Houcmant, Anne-Véronique

 

Dolcissimo è rimanere
e guardare nella immobilità
sovrana la bellezza di una parete
dove il filo della luce e la lampada
esistono da sempre
a garantire la loro permanenza.

Montagna di luce ventaglio,
paesaggi paesaggi! come potrò
sciogliere i miei piedi, come
discendere – regina delle rupi
e degli abissi – al passo involontario,
alla mano che apre una porta, alla voce
che chiede dove andrò a mangiare?

Patrizia Cavalli

da “Le mie poesie non cambieranno il mondo”, in “Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992)”, Einaudi, Torino, 1992