Strascico – Giorgio Caproni

Dipinto di Carl Vilhelm Holsøe

     

     Dov’hai lasciato le ariose collane,
e i brividi, ed il sangue? Nel lamento
vasto che un pianoforte da lontane
stanze nel novilunio gronda, io sento
la tua voce distrutta − odo le trame
in rovina, e l’amore morto. Il vento
preme profondo un portone – d’un cane
entro la notte, il gemitío un accento
pone di gelo nel petto. E tu i fini
denti, perché tu non riaccendi, amore,
qui dove alzava di brace i suoi vini
sul selciato ogni giovane? Un madore
di brina, ora il giornale dove i primi
crimini urlano copre, e il tuo cuore.

Giorgio Caproni

1945.

da “Il passaggio d’Enea” (1943- 1955), in “Giorgio Caproni, L’opera in versi”, “I Meridiani” Mondadori, 1998

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