
Matthew James Collins, Head Study of Florence, 2003
Rimirando un opale a metà grigio,
mi risovvengo d’occhi belli e grigi
ch’io vidi (forse vent’anni fa)…
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Per un mese ci amammo.
Poi sparí, credo a Smirne,
a lavorare. E poi non ci vedemmo piú.
Si saranno guastati gli occhi grigi
− se vive − e il suo bel viso.
Serbali tu com’erano, memoria.
E piú che puoi, memoria, di quell’amore mio
recami ancora, piú che puoi, stasera.
Costantino Kavafis
(Traduzione di Filippo Maria Pontani)
1917
da “Costantino Kavafis, Poesie”, “Lo Specchio” Mondadori, 1961
∗∗∗
Γϰρίζα
Κυττάζοντας ἕνα ὀπάλλιο μισό γϰρίζο
θυμήθηϰα δυό ὡραῖα γϰρίζα μάτια
πού εἶδα· θά ναι εἴϰοσι χρόνια πρίν…
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Γιά ἕναν μῆνα ἀγαπηθήϰαμε.
Ἔπειτα ἔφυγε, θαρρῶ στήν Σμύρνη,
γιά νά ἐργασθεῖ ἐϰεῖ, ϰαί πιά δέν ἰδωθήϰαμε.
Θ’ ἀσχήμισαν — ἂν ζεῖ — τά γϰρίζα μάτια·
θά χάλασε τ’ ὡραῖο πρόσωπο.
Μνήμη μου, φύλαξέ τα σύ ὡς ἦσαν.
Καί, μνήμη, ὅ,τι μπορεῖς ἀπό τόν ἔρωτά μου αὐτόν,
ὅ,τι μπορεῖς φέρε με πίσω ἀπόψι.
Κωνσταντίνος Καβάφης
[1917]
da “Τα ποιήματα [Le poesie]”, 2 voll., Ikaros, Atene 1963, edizione critica a cura di I. P. Savvidis.
TRADITI,a NOI che chiedemmo fu dato amaro riso, ghigno sardonico. È ciò che resta sul viso di chi ripose la propria vita con trasporto, dedizione, speranza e totale fiducia nelle mani dell’ amato. Più ancora amaro, poiché è solo maschera visibile, espressione vera e propria di raggiunta pazzia,follia, niente affatto poetica e artistica,ma patologia e stupidità,vittoria di Thanatos su Eros,sulla VITA.Dunque non generato dall’ erba sardonica pietosamente, amorevolmente,ricevuta nella bocca come ostia,da mano familiare per liberare da una vita già andata,finita…No,a NOI toccò quella maschera,nella stretta morsa del filo che ci strinse la gola, burattini fuori scena, inutili,reietti,non degni di esalare quell’ ultimo respiro,la grazia,parola concessa alla comprensione di quel tradimento.
A NOI quella mano riservò l incertezza,l incapacità di capire e l ASSENZA,supplizio tantalico che ci destinò al non vivere, al non essere più noi stessi.
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