
Foto di Alexey Titarenko, dalla serie City of shadows
Sono da qualche parte / a concertarsi
a sconcertarsi / sordi
cercandosi / cercandoci
impediti dai segni e dai dubbi
a guardare i cancelli delle piazze
campanelli di porte / vecchi terrazzi
a fare ordine nei sogni negli oblii
forse convalescenti di una morte privata
nessuno ha spiegato loro con certezza
se sono già partiti oppure no
se sono manifesti o appena un tremolio
se son sopravvissuti o semplici responsi
vedono uccelli e alberi che passano
e non sanno a quale ombra appartengono
quando cominciarono a scomparire
tre cinque o sette cerimonie fa
a scomparire come senza sangue
come senza volto e senza motivo
videro dalla finestra dell’assenza
ciò che restava dietro / l’impalcatura
di abbracci cielo e fumo
quando cominciarono a scomparire
come l’oasi scompare dai miraggi
a dileguarsi senza un’ultima parola
reggevano in mano brandelli
di cose che amavano
da qualche parte sono / nube o tomba
da qualche parte stanno / ne sono certo
forse nel sud dell’anima
la bussola sarà andata persa
e ora girano sempre a domandare
dove cazzo rimane il buon umore
perché loro vengono dall’odio
Mario Benedetti
(Traduzione di Martha L. Canfield)
da “Inventario”, Le Lettere, Firenze, 2001
∗∗∗
Desaparecidos
Están en algún sitio / concertados
desconcertados / sordos
buscándose / buscándonos
bloqueados por los signos y las dudas
contemplando las verjas de las plazas
los timbres de las puertas / las viejas azoteas
ordenando sus sueños sus olvidos
quizá convalecientes de su muerte privada
nadie les ha explicado con certeza
si ya se fueron o si no
si son pancartas o temblores
sobrevivientes o responsos
ven pasar árboles y pájaros
e ignoran a qué sombra pertenecen
cuando empezaron a desaparecer
hace tres cinco siete ceremonias
a desaparecer como sin sangre
como sin rostro y sin motivo
vieron por la ventana de su ausencia
lo que quedaba atrás / ese andamiaje
de abrazos cielo y humo
cuando empezaron a desaparecer
como el oasis en los espejismos
a desaparecer sin últimas palabras
tenían en sus manos los trocitos
de cosas que querían
están en algún sitio / nube o tumba
están en algún sitio / estoy seguro
allá en el sur del alma
es posible que hayan extraviado la brújula
y hoy vaguen preguntando preguntando
dónde carajo queda el buen amor
porque vienen del odio
Mario Benedetti
da “Geografias”, Alfaguara 1984
Non si tratta, dunque,del Mario Benedetti italiano,morto un anno e mezzo fa,ancora giovane. È pubblicato tra “poeti uruguaiani”,e questo mi riporta al Mario Benedetti sudamericano,con i baffi,che qui mi pare di non aver mai trovato.
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D impeto,ora,mi viene in mente che a Benedetti potrebbe appartenere la poesia sul non arrenderti,una delle poche che interessarono ad una persona che ieri ha compiuto la mia stessa età,ma a cui,certa poesia,dava il senso di”pessimismo e fastidio”.
Chissà cosa direbbe, ora,su questi SCOMPARSI,quelli che non sono stati fatti sparire fisicamente manu militare,ma da più subdole umane schifezze.
Credo che non solo non leggerebbe tali versi,belli,questi sì, bensì, soprattutto,non li sentirebbe.
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