
Josef Sudek, Statue in Prague, 1960 s
... perché le statue non sono frantumi, i frantumi siamo noi (Ghiorgos Seferis)
Poi spegnemmo le luci
ti chinasti dolcemente su di me e dicesti:
“Vivremo rammendando i buchi
della storia; nulla sarà come prima
non potrà più tornare”
Perlomeno quel “come prima”,
mentre i fatti lo sopprimono,
e noi lo rinneghiamo. Che cosa resterà
in questa terra, nel presente
da tutta la rimasticatura che ha
ancora poco fiato e ci soffoca,
mentre gli voltiamo le spalle?
Deponiamo corone e piangiamo
ma siamo ciò che seppelliamo, ciò che bruciamo.
Ghiannis Dukas
(Traduzione di Massimo Cazzulo)
da “La sindrome di Stendhal”, 2013, in “Viaggio nella poesia greca contemporanea”, ETPbooks, 2020