«Possiamo soltanto amare» – Davide Rondoni

 

Possiamo soltanto amare
il resto non conta, non
funziona,
             al mattino appaiono
la tazza, il vecchio pino, le zolle umide, fumo
dell’alito mentre apri l’auto
nel gelo. Potevano non apparire, non arrivare
più qui, alla riva degli occhi. E l’estate
c’era, c’è nella calda bruna memoria
dei rami tagliati,
i visi diventano ricordi

le voci gridate stracci silenziosi –

i denti conoscono il sapore
del niente, e l’oblio che ha portici
e portici infiniti.

Possiamo soltanto amare
strappandoci felicemente figli dalla carne
parlando d’amore continuamente
ubriachi, feriti, vili
ma con gli occhi lucenti come laser
di fiori splendidi
e il canarino nel palmo della mano.

Mormorare come dare baci nell’aria.

Il rametto profumato non si raddrizza
con i colpi della nostra ira, lo sguardo
di tuo figlio non perde il velo di tristezza
se glielo togli mille volte
dal viso…
Possiamo soltanto amare
fino all’ultimo nascosto spasmo
che nessuno vede
e diviene quella specie di sorriso
che si ha nell’abbraccio finalmente
di morire come scendendo nell’acqua.

Le stelle a miriadi saranno testimoni, e i venti
passati una volta accanto
sulla gioia profonda delle ossa
diranno: era fatto di allegria, amava,
oppure non diranno niente e poi niente
per sempre.

Possiamo soltanto amare,
il resto è il teatro amaro
dell’impotenza sotto il sole giaguaro.

Davide Rondoni

da “La natura del bastardo”, “Lo Specchio” Mondadori, 2016

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