Il corvo bianco – Piero Bigongiari

Elisabeth Sommerville

 

Un’illusione verde giù dal nero
dei graticci si espande, su dal nero
rugoso: gravità dell’illusione
senza centro nel sole, primavera,
mia primavera ultima, mia prima,
tornata tra gli spini della terra
a strisciare tra i dumi e le ombre forti
dei candori nevati: i prati attendono
il bramito dei cervi, il polverio
fresco del bosco entro cui batte il picchio
frenetico ed il vento par di brina.
Aprite, stelle, l’occhio nella notte
del cuore, rivelatevi, illusioni,
lasciate il ramo, scendete scendete
a terra ancora verdi, non col secco
sgrigliolio rosseggiante dell’autunno.
Il corvo bianco beccherà tra l’erba
d’un’eterna stagione: sarà un fiocco
di neve mossa dall’alto dei cieli.
Batte il martello sulle assi schiodate.
Dove siete andate, primavere,
a fiorire?

Piero Bigongiari

12 maggio ’54

da “Tutte le poesie”, 1933-1963, a cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi, Le Lettere, Firenze, 1994

Questa edizione, rispetto a quella mondadoriana di “Stato di cose” presenta, proprio in chiusura, due versi in più: «Dove siete andate, primavere, / a fiorire?». La spiegazione ci viene data da Bigongiari stesso nella Postilla finale a TP: «In questa edizione ne varietur ho apportato alcune varianti, se così si possono definire alcune addizioni di versi a completamento del senso che il testo poetico ha proposto ma non aveva portato al suo significato compiuto» (TP, p. 372). E non c’è dubbio che i due versi aggiunti siano indispensabili al “completamento del senso”.

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