Dov’è, per quest’intima delizia,
l’involucro che, fuori, le si adegui?
Su qual ferita mai
noi deporremo queste dolci bende?
E quali cieli mai si specchieranno
dentro lo specchio d’acque,
tutto beata espansa intimità,
di questi aperti calici?
Rimira come fluide si giacciono
in un immenso fluido;
né mai tremar di mano
giungerebbe a versarle!
È prodigo incredibile, quel loro
contenersi a fatica entro una forma…
E si paventa quasi
che trabocchino alcune — riempite
d’intimo spazio come sono — in giorni,
traboccanti anche loro
di quello spazio a poco a poco accolto,
fin che l’estate intiera
divenuta non sia tutta una stanza
piena di rose,
al vaporar di un sogno.
Rainer Maria Rilke
(Traduzione di Vincenzo Errante)
da “Nuove Poesie, 1907-1908”, (Serie seconda), in “Liriche scelte e tradotte da Vincenzo Errante”, Sansoni, 1941
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Das Rosen-Innere
Wo ist zu diesem Innen
ein Außen? Auf welches Weh
legt man solches Linnen?
Welche Himmel spiegeln sich drinnen
in dem Binnensee
dieser offenen Rosen,
dieser sorglosen, sieh:
wie sie lose im Losen
liegen, als könnte nie
eine zitternde Hand sie verschütten.
Sie können sich selber kaum
halten; viele ließen
sich überfüllen und fließen
über von Innenraum
in die Tage, die immer
voller und voller sich schließen,
bis der ganze Sommer ein Zimmer
wird, ein Zimmer in einem Traum.
Rainer Maria Rilke
da “Neue Gedichte”, (Anderer Teil), Insel-Verlag, Leipzig, 1907