
Salvatore Fiume, A Susette (Ritratto di Marina Cvetaeva), 1956
E finalmente ho trovato
chi mi è necessario:
qualcuno ha bisogno di me
— come aria.
Quanto più nero e mortale –
Più necessario è il bisogno
dell’altro — di te. Di chi
non può fare a meno
di me — suo pane e respiro.
Occorro — a qualcuno:
accorro, rispondo
al prima richiamo.
Più alto, più certo e sicuro
delle montagne: a qualcuno
serve una mano: la mia!
sulle piaghe!
E tutto il braccio — nel fuoco!
Più della luce degli occhi
mi serve l’umano bisogno
di me — come fiato.
Marina Ivanovna Cvetaeva
11 settembre 1936. Savoia
(Traduzione di Serena Vitale)
da “Poesie non raccolte in volume” (1928-1941), in “Dopo la Russia”, 1988
∗∗∗
Наконец-то встретила
Надобного − мне:
У кого-то смертная
Над оба − во мне.
Что для ока − радуга,
Злаку − чернозем −
Человеку − надоба
Человека − в нем.
Мне дождя и радуги
И руки − нужней
Человека надоба
Рук − в руке моей.
Это − шире Ладоги
И горы верней −
Человека надоба
Ран − в руке моей.
И за то, что — с язвою
Мне принес ладонь −
Эту руку − сразу бы
За тебя в огонь!
Марина Ивановна Цветаева
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