
Foto di Bruce Weber
A Verona, quel turbolento
pomeriggio di tarda estate
(nuvole in giro, rotte, strappate,
per un cielo verde di vento),
m’ero incantato a contemplare
i giochi magici del sole
tra gli ombrelloni delle erbaiole,
che si riaprivano ad asciugare.
Tanta gioia m’aveva preso
(oh, la mia vecchia gioia fanciulla!),
che non pensavo proprio a nulla,
e il cuore m’era come sospeso.
Traboccavano dalle ceste
uve biondine, diafane, pallide,
su peperoni lucidi gialli
e su rosati velluti di pèsche;
dalle cannelle della fontana
si discioglievano trecce d’argento,
e una canzone di corcontento
intorno intorno si dilatava.
Mio tutto l’oro che a sprazzi pioveva
dal cielo ondoso temporalesco;
mio quel colore e profumo fresco
d’erbe bagnate, di frutti di terra!…
Ma poi che porsi, appena a sfiorare,
sopra una pèsca la mano vogliosa,
con una fitta dolorosa
mi riprese l’antico mio male;
ché mi sovvenne una tenera mano
e quella guancia delicata…
Tutta la gioia m’era mancata,
solo a pensare il tuo viso lontano.
Diego Valeri
da “Poesie”, “Lo Specchio” Mondadori, 1967
Stupenda, evoca immagini nitide. E’ la seconda volta in poco meno di tre giorni che mi ci imabatto.
"Mi piace"Piace a 1 persona