Fu in una casa rossa:
la Casa Cantoniera.
Mi ci trovai una sera
di tenebra, e pareva scossa
la mente da un transitare
continuo, come il mare.
Sentivo foglie secche,
nel buio, scricchiolare.
Attraversando le stecche
delle persiane, del mare
avevano la luminescenza
scheletri di luci, rare.
Erano lampi erranti
d’ammotorati viandanti.
Frusciavano in me l’idea
che fosse il passaggio d’Enea.
Giorgio Caproni
1954.
da “Il passaggio d’Enea”, in “Il «Terzo libro» e altre cose”, Einaudi, Torino, 1968
L’ha ribloggato su Connubi interstellari.
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